I 4 Moschettieri

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Più che sorelle, che non ho, più che parenti, più che buone conoscenti, più che amiche.

Siamo i 4 Moschettieri!  Questo nome dovrebbe dire tutto di noi: condividiamo con spirito sincero e aperto le esperienze che ci toccano, ciò che la vita ci offre, di buono, ma è soprattutto nelle situazioni difficili che arriva l’aiuto del gruppo, aiuto vigoroso e fortificante.   

E’ stata sicuramente la condivisione di momenti tragici ad avvicinarci tanto, in maniera indissolubile.  Tre di noi sono volontarie LILT nell’Ambulatorio di Pediatria all’Istituto dei Tumori di Milano, la quarta è una mamma che proprio lì abbiamo conosciuto, abbiamo ammirato per il suo coraggio, abbiamo amato tanto come suo figlio Lorenzo, che purtroppo ci ha lasciate.  E’ Lorenzo che ci ha fatto incontrare, lui che ora si gode da lassù la nostra complice amicizia. Lui sa che oltre alla famiglia, ci siamo noi tre a difendere e a sostenere la sua mamma.

Il legame tra noi Moschettieri è nato spontaneamente pochi anni fa ed è cresciuto nel tempo, alimentandosi, ahimè, spesso di situazioni difficili.  Capita a tutti di attraversare momenti “no” nella vita, momenti che ti sembra di non poter superare.   

I nostri familiari e conoscenti sanno che noi ci chiamiamo così, forse sorridono di ciò, ma per noi è un vanto presentarci come i 4 Moschettieri; l’abbiamo detto persino ai nostri pediatri e medici in ospedale!

“Tutte per una, una per tutte”

Immaginate quale trauma sia stata la separazione forzata dovuta al Coronavirus.  Abbiamo ovviato con il contest fotografico, di cui vi ho già parlato, e con l’aiuto della tecnologia telefonica con qualche videochiamata a 4, in cui si capiva poco perché parlavamo in quattro contemporaneamente, tanta era la voglia di vederci.

Tra poco potremo riprendere i nostri tradizionali laboratori del mercoledì, semplicemente dei pomeriggi trascorsi insieme a casa mia, perché stavo un po’ male, a chiacchierare o a fare qualcosa di manuale tutte insieme perché io dovevo usare le dita delle mani per contrastare i dolori dovuti alle parestesie da chemioterapia.   Questo fanno le amiche, non ti lasciano mai sola, condividono con te anche i momenti peggiori, fanno finta di avere anche loro i dolori alle mani. 

A ripensarci, che ridere quando prima del coronavirus ci presentavamo in tre alle mie terapie (quattro ci sembrava eccessivo) e discutevamo con le infermiere affinché ci lasciassero stare insieme.  Talvolta con il camice da volontarie è stato più facile convincerle, anche perché poi le mie amiche si prestavano ad aiutare anche le altre pazienti.

Non so come avrei affrontato la mia malattia, il mio tumore, senza il loro sostegno, fatto non solo di parole come spesso capita, bensì di aiuto concreto per recarmi alle terapie, nel farmi compagnia nei momenti più duri e dolorosi, nel portarmi qualcosa di stuzzichevole da mangiare, nel costringermi a fare due passi quando sono pigra e non ne ho voglia.

Auguro a tutti voi di avere accanto persone così, il percorso può risultare più lieve.

Queste siamo noi!

prima del Coronavirus
alla riapertura