La Madonnina globe-trotter

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Si tratta della “Madonna che scioglie i nodi”, quadro a olio su tela realizzato intorno al 1700 dal pittore tedesco Johann Georg Melchior Schmidtner e conservato ad Augusta; molto amato da Papa Francesco, che ne ha una copia in Vaticano.

Così mi spiegò Suor Cecilia al Policlinico di Milano due anni fa, quando fui ricoverata per accertamenti perché faticavo a respirare e ancora speravo di avere una polmonite o qualcosa di simile.

Ogni mattina Suor Cecilia passava a trovare gli ammalati, pregava con noi, ci portava la Comunione; un giorno mi regalò il Rosario e il libretto con la novena a questa Madonna, raccontandomene la storia.  Mi colpì lo sguardo tenero e paziente della Madonna impegnata a sciogliere i tanti nodi che l’umanità le affida.   Da allora è sempre con me; mi accompagna in ospedale a fare esami, chemio, prelievi, ma è venuta con me anche a Barcellona in aereo mesi fa da mio figlio, a Roma, al mare. Non potrei andare lontano senza di lei.

Definirla globe-trotter è eccessivo, lo so, ma mi piace.

Il momento in cui mi aiuta di più è quando mi infilano nel tubo della PET; soffro un po’ di claustrofobia, ma confesso che nonostante ne abbia fatte parecchie non saprei descrivere come è fatta una PET all’interno.   Non l’ho mai vista, ho sempre tenuto gli occhi chiusi e pregato la Madonna, per tutto il tempo, e mi è sempre parso breve anche se non lo era.

Anche nei momenti di dolore fisico, e talvolta capita, la penso intensamente e mi pare di sentire meno male. Bellissimo!

Mesi fa, quando stavo meglio, mi ero riproposta di andare in Germania a vedere il quadro originale; ora temo che non ce la farò proprio, le mie condizioni fisiche attuali non me lo consentono.

Però lei è sempre nel cassetto del mio comodino quando dormo e appena mi muovo da casa è con me. Ha un effetto molto tranquillizzante, rasserenante su di me. Grazie Madonnina, grazie Suor Cecilia!