Le affinità elettive

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Johann Wolfgang Goethe

Mi è venuto in mente il titolo di quest’opera di Goethe – Die Wahlverwandtschaften – pensando alla mia farmacista, una donna che fino a tre anni fa non conoscevo neppure. Mi sono infatti trasferita da poco in questa zona e dunque ho cominciato a vederla recandomi in farmacia per comprare soprattutto le medicine per mio marito, che ha vissuto un periodo di malattia grave, superato bene.

Senza alcun riferimento al contenuto del volume, ma solo alla chimica che ti fa avvicinare a certe persone che neanche conosci, o ti fa arretrare di fronte ad altre, questa farmacista si è dimostrata partecipe alle vicende di mio marito, chiedendomi sempre, con tanta delicatezza e discrezione, come stesse.

Quando dopo poco mi sono ammalata anche io, ha impiegato poco a intuire cosa mi fosse successo vedendomi con il turbante, pallida quasi grigia, con occhiaia, spesso stanca; il cambiamento rispetto alla donna scattante, abbronzata, che arrivava indaffarata in bicicletta, era evidente.

E’ riuscita ad entrare in sintonia con me anche in questo frangente, chiedendomi sempre come mi sentissi, ma soprattutto dicendomi più di una volta con grande cipiglio le frasi giuste per farmi reagire se mi vedeva troppo rassegnata, oppure semplicemente sorridendomi con dolcezza, o facendomi notare che avevo fatto dei progressi di cui dovevo essere contenta.

Quando anche la Dottoressa ha vissuto un’ esperienza molto dolorosa, è riuscita a parlarmene e mi sono sentita molto coinvolta e colpita, cercando di dimostrarle la mia vicinanza e il mio affetto.

Ripensandoci a freddo mi dico che per decenni ho frequentato la stessa farmacia, dove non ho mai ricevuto l’accoglienza che ora ho in questo negozio; anche a me sembra strano, ma ora mi fa piacere recarmi in farmacia perché so che troverò una persona con la quale probabilmente ho delle affinità di pensiero e di approccio verso gli altri.