Il cortisone

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Ore 2 del mattino.

Non sono una nottambula, anzi, ultimamente vado a letto presto perché verso sera sono molto stanca, a causa dell’accumulo di chemioterapia e dell’anemia seria e perdurante.

Tuttavia oggi, potrei dire questa mattina dato l’orario, desidero scrivere in diretta, proprio sotto l’effetto dopante che ha il cortisone su di me.  Una volta alla settimana, cioè quando faccio chemioterapia, trascorro la notte in bianco, al massimo dormo due ore verso mattino.   Speravo fosse un effetto solo delle prime chemio, ma ahimè anche stanotte, dopo la dodicesima, sono sveglia anziché tra le braccia di Morfeo.

Il cortisone è un farmaco eccezionale, che cura tante patologie, che protegge durante l’infusione di prodotti chemioterapici, ma che ha anche effetti collaterali talora molto pesanti.  Durante la terapia me ne infondono una bella dose, evidentemente, dato l’effetto eccitante che ha su di me.

Dopo lo stupore e il disappunto per le prime notti saltate ho cercato di organizzarmi, lasciando per queste lunghe ore lavoretti fattibili anche durante la notte e, possibilmente, non rumorosi, ad esempio il controllo del conto bancario, la stampa del materiale delle lezioni di spagnolo, la composizione del puzzle, l’aggiornamento della rubrica, sia cartacea che del telefono, il back up dei dispositivi elettronici, l’archiviazione delle fotografie, lavoretti spesso antipatici da fare di giorno perché assorbono tanto tempo.

In questo modo sono meno contrariata dal fatto che il giorno dopo sono più stanca e un po’ rimbambita, e che mi trascino questa stanchezza e sensazione di mancato riposo per qualche giorno; ripenso a ciò che ho prodotto durante la notte e sono soddisfatta di me.